Fibrillazione atriale e attività sportiva | Auxologico

2022-09-10 03:58:54 By : Ms. Bella Liu

COVID-19 Sicurezza nelle sedi | Informazioni mediche

Pubblicato il 01/09/2022 - Aggiornato il 06/09/2022

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Se scattassimo una fotografia in questo istante scopriremmo che circa 1-2% della popolazione italiana è affetta da fibrillazione atriale (cosiddetta "prevalenza"). Nel corso della vita circa il 25% dei soggetti soffrirà di uno o più episodi di fibrillazione atriale.

Direttore U.O. Unita di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) - Auxologico San Luca

Direttore U.O. Pronto Soccorso - Auxologico San Luca

Direttore U.O. Laboratorio di Cateterismo - Auxologico San Luca

Direttore U.O. Emodinamica - Auxologico San Luca

Direttore U.O. Elettrofisiologia - Auxologico San Luca

Si parla di fibrillazione atriale (FA) quando l’attivazione elettrica lungo la parete degli atri diventa caotica: l’atrio non si contrae più in maniera coordinata ma, appunto, fibrilla.

La fibrillazione atriale può essere sempre presente (permanente) oppure può presentarsi in forma di episodi più o meno prolungati (persistente o parossistica).

Un carico basso o moderato di attività fisica riduce la probabilità di sviluppare fibrillazione atriale.

D’altra parte, l’attività fisica frequente e intensa si associa a un rischio aritmico aumentato. Il problema è definire quale sia la soglia oltre la quale si perde il beneficio e comincia il rischio.

Questo limite viene indicato in più di 300 minuti a settimana di attività fisica moderata o 150 minuti a settimana di attività fisica intensa. 

Gli sportivi colpiti dalla fibrillazione atriale possono incorrere nelle seguenti conseguenze:

Il tipico sportivo che sviluppa episodi di fibrillazione atriale è sopra i 40 anni, con una pratica decennale di sport di endurance, ben allenato, spesso con bassa frequenza cardiaca, e sviluppa episodi di fibrillazione atriale a riposo.

In casi più rari la fibrillazione atriale insorge sotto sforzo e il paziente ne è molto disturbato (palpitazione, mancanza di forze, mancanza di fiato).

Se lasciata a sé stessa, la fibrillazione atriale può diventare permanente nel 40% circa dei casi.

Il primo punto è escludere che ci siano condizioni predisponenti eliminabili:

Quando siano state escluse (o trattate) tutte queste “cause” di fibrillazione atriale, da alcuni viene proposto il cosiddetto detraining: provare a sospendere per due o tre mesi gli allenamenti e vedere se la situazione migliora. Non ci sono chiare dimostrazioni scientifiche che ridurre o eliminare gli allenamenti contribuisca a prevenire le recidive. Spesso, comunque, però l'atleta, amatoriale o agonista, non intende smettere l'attività sportiva.

E allora siamo di fronte a un bivio: assumere farmaci per la prevenzione della fibrillazione atriale, oppure sottoporsi a un trattamento ablativo. Né l’una né l’altra strada danno garanzie che la fibrillazione atriale non si ripresenti, ma l’ablazione è più efficace, in particolare nello sportivo.

Il particolare l’ablazione è da preferirsi:

Non esistono dati chiari riguardo quale e quanta attività sportiva possa facilitare ulteriori recidive di FA. Quel che è certo, è che l’attività fisica ad alta intensità e con elevata frequenza di allenamento non è consigliata nel soggetto con storia di fibrillazione atriale e sicuramente non può essere intrapresa in assenza di una consulenza con il cardiologo che valuti la necessità e la tipologia di un'eventuale terapia e possa eventualmente indicare come e quanta attività fisica intraprendere. In una minoranza di casi, gli episodi aritmici sono innescati dallo sforzo fisico. Queste fibrillazioni atriali “da sforzo” sono spesso efficacemente prevenute da farmaci innocui e sicuri come i “betabloccanti”, che però sono poco graditi agli sportivi perché riducono la performance atletica.

Se si vuole proseguire nella attività di endurance e nel caso di fibrillazioni atriali indotte dallo sforzo in cui il betabloccante sia inefficace o non tollerato, una strada percorribile potrebbe essere quella dell’ablazione.

Secondo le linee guida italiane di medicina sportiva, l’idoneità può essere concessa:

Tuttavia, ci sono altri fattori che vengono presi in considerazione e sono meglio sottolineati da altre linee guida: come sta il paziente durante l’episodio; quanto è alta la frequenza cardiaca in corso di fibrillazione atriale; se lo sport è associato a un “rischio intrinseco” (cosa succederebbe se il paziente perdesse improvvisamente coscienza o efficienza fisica? Immaginiamo una discesa libera o un'automobilistica).

Questo spiega perché il giudizio di idoneità sia legato a una valutazione complessa e talvolta dall’esito incerto. Sicuramente, sarà giudicato idoneo chi è riuscito a eliminare le recidive di fibrillazione atriale con un trattamento farmacologico o ablativo

Infine c’è il problema dell’anticoagulante: se è stata posta indicazione al Trattamento Anticoagulante Orale, l’idoneità potrebbe essere negata per quegli sport che espongono al rischio di trauma (l’anticoagulante rappresenterebbe un pericolo per la vita).

Atleti e morte cardiaca improvvisa

Quando non si riescono a prevenire le recidive di fibrillazione atriale con i farmaci, o quando il paziente non vuole sottoporsi ad ablazione o questa sia risultata inefficace, allora la cronicizzazione può rappresentare una soluzione ragionevole. 

Il problema è riuscire a contenere la frequenza cardiaca entro limiti accettabili, sia sotto sforzo che a riposo.  L’attività sportiva, specie se ad alta intensità, rende più difficile la ricerca di questo equilibrio. Farmaci che riescano a contenere l’incremento di frequenza sotto sforzo fanno spesso andare il cuore troppo piano a riposo. Eccezionalmente può essere necessario ricorrere all'interruzione della connessione elettrica tra atri e ventricoli (ablazione del nodo atrioventricolare) e all’impianto di un pacemaker.

Il punto è essere sicuri che sotto sforzo la frequenza cardiaca non sia eccessiva. L’obiettivo si raggiunge modulando i farmaci e controllandone l’efficacia con la prova da sforzo ed eventualmente con la registrazione elettrocardiografica nelle 24 ore  (ECG dinamico)

In questo caso le regole sono molto più strette. Secondo le linee guida italiane:

Quindi, in pratica, è molto difficile per un fibrillante cronico ottenere l’idoneità medico sportiva, se non per sport di destrezza e anche in questo caso con l’esclusione delle attività a rischio trauma o con elevato “rischio intrinseco”.

La prescrizione del trattamento anticoagulante risponde a regole molto precise. L’indicazione viene posta quando si ritiene che il rischio cardioembolico (formazione di trombi nel cuore che possono causare embolie ed ictus cerebrale) sia superiore al rischio emorragico indotto dal farmaco.

Il giudizio è basato sulla situazione clinica di base del paziente e calcolato con sistemi a punteggio.

Questi score a volte fanno ricadere il paziente in una zona grigia, di rischio intermedio, nella quale  la prescrizione del farmaco è discrezionale (ci sono anche altri elementi non inclusi negli score che devono orientare il giudizio).

Tornando allo sport, l’anticoagulante costituisce un problema se questo si associa a rischio di trauma. In questo caso:

L'attività di diagnosi e cura per la fibrillazione atriale conta su alcuni punti di forza:

Dal 1958 Auxologico opera nei settori della ricerca biomedica e dell'assistenza sanitaria di alta specializzazione per assicurare ai pazienti le cure più aggiornate ed efficaci.

Una rete integrata di strutture ospedaliere, ambulatoriali e di ricerca dedicata ai pazienti, dai più giovani agli anziani.

La fiducia dei pazienti si traduce ogni anno in 4 milioni di prestazioni ambulatoriali e in 178.000 giornate di ricovero erogate da oltre 1800 professionisti sanitari.

Garantiamo un servizio di elevata qualità clinica, per tutti, sia con il Servizio Sanitario Nazionale sia in regime privato con diverse soluzioni (Tariffa Smart, Convenzioni, Plus). 

Istituto Auxologico Italiano - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - © Copyright 2013 - 2022 P.IVA 02703120150 - Cod. Destinatario per Fatturazione Elettronica: U3NK44I - Privacy - Cookie policy - Impostazioni Cookie - Credits - Area dipendenti - Amministrazione Trasparente

Rimani informato sulle novità di Auxologico: nuovi servizi, nuove sedi, eventi gratuiti sulla salute, articoli di approfondimento. Iscriviti alla newsletter

Non preoccuparti: sei in buona compagnia!

I disturbi del sonno infatti sono molto diffusi nella popolazione: in Auxologico abbiamo un Centro specializzato per risolverli.